Elon Musk: la rivoluzione sociale e tecnologica dell’Iron Man marziano

Aggiornato il: 30 Ottobre 2021

Pubblicato il: 18 Novembre 2017

Un genio marziano

Non c’è vita su Marte. O almeno non ancora. Entro il 2024, alla modica cifra di 500 mila dollari a biglietto (costi di prevendita compresi) ,qualche magnate californiano annoiato potrà godersi un week-end spaziale. È l’ultima impresa visionaria di Elon Musk, CEO della Tesla, Inc e fondatore della Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX). Da qui ai prossimi 40-100 anni il re delle startup sogna di colonizzare il Pianeta rosso, che considera la sua madrepatria.
Perché puntare a popolare un Pianeta con una temperatura media di -60° C in cui persino fare una call su Skype sarebbe un’impresa? Già, perché? Musk vuole farci diventare una specie multiplanetaria. Salvarci dalla distruzione puntando su energie rinnovabili e conquista di altri Pianeti. E chi meglio di lui? Elon Musk è indubbiamente un genio marziano. Molte delle sue tecnologie sono aliene per la società contemporanea. Certo: l’innovazione, quella vera, quella disruptive descritta da Christensen, non può essere capita pienamente nelle sue fasi iniziali. Le aziende disruptive non si rivolgono ai clienti attuali, ma a quelli del futuro. Non conquistano i mercati consolidati: riscrivono le regole di quelli esistenti, e ne creano di nuovi.
Ne sapeva qualcosa un altro grande innovatore: Henry Ford. Infischiandosene delle opinioni dei potenziali clienti, l’imprenditore statunitense  inventò “l’auto per tutti” perché sognava un futuro senza più cavalli nelle strade:
“Se avessi chiesto ai miei clienti cosa volevano mi avrebbero risposto: un cavallo più veloce” dichiarò.
O Bill Gates, fondatore della Microsoft, che voleva un computer su ogni scrivania. Oggi ce n’è più di uno. E Musk che futuro sogna?
“Voglio morire su Marte, ma senza andarmici a schiantare”.
Capriccio o genio incompreso? Ai posteri, magari marziani, l’ardua sentenza.

Circostanze sfavorevoli? Potere alle decisioni!

Come da tutti gli uomini di successo, anche da Musk c’è sicuramente tanto da imparare. L’imprenditore ha avuto il coraggio di dare più peso alle sue decisioni, soprattutto quando le circostanze non erano delle più favorevoli.  È passato attraverso diverse crisi esistenziali e professionali senza mai smettere di rischiare tutto, sbagliare, fallire e rialzarsi. Con un unico obiettivo in mente: salvare la società grazie alla tecnologia.

Un enfant prodige cresciuto a stringhe di codice e supereroi

Musk nasce il 28 giugno del 1971 a Pretoria, in Sudafrica, dall’ingegnere elettronico Errol Musk e dalla modella e dietologa canadese Maye Haldeman.
Da bambino legge 10 ore al giorno.
All’età di 8 anni
divora l’Encyclopædia Britannica.

Elon Musk bambino

Il bullismo, i videogiochi, l’illuminazione

Preso di mira dai bulli a scuola e pestato quasi fino alla morte, decide di riprogrammare il suo destino. A 12 anni completa in soli 3 giorni un corso base di programmazione di 6 mesi. Il videogame trivial Blastar, venduto a una rivista specializzata, gli frutta i suoi primi 500 dollari.
In quegli anni, leggendo i fumetti e lasciandosi ispirare da Guida galattica per gli autostoppisti, scopre cosa vuole fare da grande: salvare l’umanità dalla distruzione portandola su altri Pianeti. In attesa di conquistare la galassia si trasferisce in Ontario con la famiglia e frequenta il college.

I primi lavori umili, le prime imprese

Negli anni Novanta termina gli studi all’Università della Pennsylvania, prendendo una doppia laurea in fisica ed economia. In quegli anni svolge lavori umili come pulire i locali delle caldaie e il contadino. Nel 1995, grazie a un finanziamento di 28 mila dollari ottenuto dal padre, fonda Zip2, un incrocio tra Google Maps e Yelp. La mission della startup è convincere le aziende locali a costruirsi una presenza online. Un concetto assodato oggi, ma rivoluzionario nell’America degli anni Novanta.
L’idea in anticipo sui tempi è vincente. La vendita della Zip2 nel 1999 gli frutta 22 milioni di dollari. Il 1999 è l’anno della fondazione della banca online X.com. Un anno più tardi dalla startup, grazie a una fusione con la rivale Confinity, nascerà PayPal.
A settembre del 2000, mentre è in luna di miele in Australia, viene rimosso dal ruolo di CEO di PayPal, ma non si scompone:
“È questo il problema con le vacanze” – dichiara.  

Nuove tecnologie, nuove sinergie: gli anni d’oro di Tesla e SolarCity

Tesla Model S

Il 2002 è l’anno delle auto elettriche. I veicoli a zero emissioni non vantano ancora prestazioni e autonomia paragonabili alle auto a benzina. L’ecologia è affare soprattutto degli ambientalisti squattrinati. Musk vuole superare questi limiti, producendo auto elettriche sportive di lusso.
Da solo non può farcela. Così riunisce attorno a un tavolo JB Straubel, ingegnere con il pallino delle auto elettriche, e i fondatori della Tesla Marc Tarpenning e Martin Eberhard. Sei anni dopo, la prima Tesla Roaster debutta sul mercato al costo di circa 100 mila dollari.
Oggi la casa automobilistica californiana è pronta al grande salto: conquistare il mercato di massa con prezzi più abbordabili e scommettere tutto sulla guida autonoma. A luglio 2017 sono stati consegnati i primi modelli della Tesla Model 3, che dimezza i costi. L’auto viene venduta a un prezzo base di 35 mila dollari. Il veicolo elettrico ha un’autonomia di 500 chilometri e si ricarica in soli 30 minuti grazie alla rete di ricarica superveloce brevettata dalla stessa Tesla.
Nel 2020 la Tesla si aspetta ordini per un milione di veicoli. Per far fronte all’espansione del mercato e tagliare i costi di produzione, nel 2014 Musk ha avviato i lavori per la costruzione di una Gigafactory, una mega fabbrica di batterie per auto elettriche. La produzione è iniziata nel 2017.

Un Iron Man in lotta contro il riscaldamento globale

L’ecologia è uno dei pallini di Musk, che vuole contenere il riscaldamento globale investendo sulle energie rinnovabili. Per questo nell’agosto del 2006 diventa il primo investitore della compagnia energetica SolarCity, di proprietà del cugino. Il cerchio si amplia. La visione di Musk si realizza nei quartieri in californiani, dove spuntano come funghi case autosufficienti dotate di pannelli fotovoltaici che ricaricano con energia pulita le auto elettriche di lusso. L’elettricità a zero emissioni generata dagli impianti solari domestici viene immagazzinata nella batteria Powerwall, un accumulatore di energia fotovoltaica lanciato nel 2015.

case autosufficienti

Il trasporto pubblico delle auto

La lotta al riscaldamento globale di Musk a volte partorisce tecnologie ben più visionarie. Stanco del traffico, l’imprenditore intende costruire reti di tunnel sotterranei di 40 piani dotate di ascensori che riporteranno le auto in superficie. Un concetto estremo di mobilità sostenibile: il trasporto pubblico delle auto.  È la mission della Boring Company’s.
La tecnologia ha già suscitato l’interesse della Casa Bianca, con cui Musk ha preso contatti per costruire un tunnel tra New York e Washington D.C. Un progetto di non facile attuazione che ha suscitato le critiche degli esperti di sviluppo sostenibile. In un mondo sovrappopolato e inquinato occorrerebbe infatti incoraggiare l’uso di mezzi di trasporto condivisi, non nascondere le auto sotto terra.

Auto tunnel - Elon Musk

Hyperloop, il sistema di trasporto a levitazione magnetica passiva

Ma Musk non si arrende alle critiche. Le tecnologie per la mobilità sostenibile restano tra i suoi chiodi fissi. Il 2013 è l’anno di Hyperloop, un sistema di trasporto che sfrutta la levitazione magnetica passiva. I treni passeggeri e merci viaggiano o meglio levitano a una velocità di 1.200 km/h all’interno di tubi pressurizzati. Le capsule partono ogni 30 secondi e possono trasportare fino a 8 persone per volta.

Hyperloop Elon Musk

La distanza tra Los Angeles a San Francisco può essere coperta in 35 minuti, la metà di quanto impiega un aereo. Costo del biglietto? Solo 20 dollari. Il design è stato messo a disposizione di altre aziende interessate a far progredire l’umanità.

Intelligenza artificiale? Sì, ma con le dovute precauzioni!

Il rapporto di Musk con la tecnologia è pieno di grandi speranze, ma allo stesso tempo cauto. Una lezione importante: la tecnologia dev’essere al servizio della società, non dominarla. Per questo nel 2015 Musk cofonda OpenAI, una non profit dedicata alla ricerca sull’intelligenza artificiale. Ma soprattutto ad assicurarsi che i robot non distruggano l’umanità.

Sopravvivere agli insuccessi è facile se sai come farlo

Il percorso di Musk è stato altalenante. I successi sono stati intervallati da fallimenti, crisi personali e periodi di dissesto finanziario. Nella vita privata Elon Musk ha vinto la malaria, ha superato la morte di un figlio, tre divorzi (di cui due dalla stessa donna).
Al lavoro non si è lasciato abbattere da licenziamenti e rischi di bancarotta. Ha visto l’esplosione di alcune auto elettriche Tesla e gli incidenti causati dal pilota automatico come un’opportunità di miglioramento della tecnologia.
Ha sempre trovato il coraggio di seguire i suoi piani, soprattutto quando sembravano assurdi e irrealizzabili. Anche le porte chiuse in faccia non lo hanno convinto a mollare. Come quando nel 2002 ha scoperto di non avere budget a sufficienza per comprare un’astronave russa da inviare su Marte.
L’anno peggiore della sua vita? Il 2008. La Tesla è in perdita e SpaceX non riesce a lanciare la navicella Falcon 1. Nel 2009 Musk ricorre a dei prestiti personali per sopravvivere.

Space X Elon Musk

Ma forte delle sue convinzioni e umile a sufficienza da accettare aiuto, la sorte torna presto a sorridergli. La Tesla trova investitori esterni, mentre la SpaceX firma un contratto di 1,5 miliardi di dollari con la NASA per rifornire le stazioni spaziali dell’agenzia statunitense.

Il limiti di un superuomo

Oggi Musk all’età di 42 anni vanta un patrimonio personale di 7,7 miliardi di dollari. Le sue imprese hanno ispirato il personaggio cinematografico di Tony Stark, protagonista di Iron Man. Un ingegnere che combatte il crimine con un’armatura di sua invenzione. In Iron Man 2, girato in parte proprio alla Space X, ha anche ottenuto un cammeo.

Ma la sua visione ecologica è compatibile con un mondo che entro il 2050 sarà popolato da 9 miliardi di persone? Saranno perlopiù poveri, residenti in città densamente popolate, e non potranno permettersi queste tecnologie.
Le metropoli sovraffollate e congestionate dal traffico non sono placidi sobborghi californiani in cui sfrecciare con una Tesla a guida autonoma e autoprodurre energia sul tetto. L’innovazione non può essere fine a se stessa: deve essere anche socialmente accessibile e migliorare la qualità della vita dell’umanità.
Il Musk che ci piace, e che dovrebbe essere celebrato e incentivato, non sogna un turismo di lusso su Marte. È l’uomo che invia delle batterie salva vita in una Puerto Rico devastata dall’uragano Irma. L’ideatore di sistemi di accumulo domestici che assicurano una migliore integrazione tra energia fotovoltaica e auto elettriche a basso costo. L’Elon Musk che ha fondato Halcyon Molecular, per trovare nuove cure alle malattie ed estendere la durata e la qualità della vita grazie agli studi sul DNA. Il consigliere presidenziale che ha avuto il coraggio di abbandonare il suo ruolo prestigioso, dopo che Trump ha tradito l’accordo sul clima di Parigi.
Perché vorremmo che grazie alla tecnologia ci sia una vita migliore sulla Terra, su Marte e su ogni Pianeta. E che anche la ragazza triste cantata da Bowie, imprigionata nella sua squallida galassia, possa permettersela.





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