Vi lamentate che il sito web ha poche conversioni, ma cosa state facendo per aumentarle?

Aggiornato il: 24 Gennaio 2024

Pubblicato il: 21 Ottobre 2022

Eh sì, è arrivato il momento. QUEL momento.
Oggi parliamo delle conversioni del sito web, che per la maggior parte delle aziende del pianeta terra sono motivo di grandi patimenti. Perché non sono mai abbastanza, o perché non portano effettivamente a quello che l’azienda vuole,

“con tutti i soldi che ho speso per questo sito” (cit.).

Questo articolo è un invito a “darsi una svegliata”: smettiamola di lamentarci perché il sito non converte, facciamo qualcosa! A volte le situazioni si sbloccano semplicemente ponendosi delle domande basate sul pensiero logico.
Ecco, infatti ora vi aspettano parecchie domande.

Piano. In che senso il sito non converte?

Per esperienza possiamo dirvi che la grande frustrazione legata alle conversioni è spesso e volentieri frutto di irrazionalità, perché si guardano le metriche sbagliate o non si ha la panoramica completa di quello che succede nel sito.
Per quanto riguarda le metriche (KPI), è vero che, alla fine ci interessa vedere il numero di richieste e ordini, che sono sinonimi di clienti, effettivi o potenziali. Ma forse ancora non avete capito che questa è la punta dell’iceberg!

L’arrivo di clienti è il risultato di un percorso fatto di diverse altre microcoversioni, come l’iscrizione alla newsletter, il follow sui social o una buona permanenza sulle pagine più importanti del sito.

Conoscete le microconversioni compiute dai vostri utenti? Avete individuato il momento in cui si interrompe il percorso verso la conversione finale? Se la risposta è no, rimboccatevi le maniche.

Ok, non arrivano conversioni. Ma il sito è a posto?

Vietato dire che non arrivano conversioni se prima non avete verificato che:

  1. I sistemi di ricezione e gestione delle richieste siano ottimali
  2. Il percorso del cliente non prenda altre strade dopo la navigazione sul sito (se non manda un’email
  3. ma telefona, si può dire che il sito non converte?)
  4. Il sito sia facilmente e chiaramente navigabile
  5. La comunicazione sia solida ed effettivamente pensata per il pubblico
  6. I contenuti non siano solo commerciali, ma anche informativi ed emozionali

Ok, il sito è a posto. Ma state controllando questi aspetti?

  1. I contenuti del sito devono essere distribuiti per poter arrivare alle persone. Senza distribuzione (organica e/o promozionale), non ha nemmeno senso chiedersi perché un sito non converta! Avete fatto una mappatura e analisi dei vostri canali, per vedere se riuscite ad arrivare al vostro pubblico? Se la risposta è no, iniziate da qui.
  2. Il comportamento degli utenti nelle pagine chiave del sito va analizzato con cura certosina, perché può darvi delle informazioni illuminanti. Per esempio, potreste rilevare che la navigazione si interrompe perché la homepage o la scheda prodotto è troppo (o troppo poco) piena di testo. Se non avete ancora fatto questa operazione, fatela.
  3. La concorrenza potrebbe avere dei prodotti più interessanti, a prezzi più convenienti. Forse non è il sito che non converte, ma il prodotto o servizio che non funziona, o non funziona abbastanza. Avete queste informazioni sul vostro mercato di riferimento? Se la risposta è no, prendetevi almeno un pomeriggio e cominciate a studiare.

Via con l’analisi delle conversioni (e tutto ciò che ci sta dietro)

Lasciamo le lamentele a chi ha tempo da perdere. Noi, e adesso anche voi che ci leggete, sappiamo che per capire come aumentare le conversioni dobbiamo fare un’attenta analisi di ciò che possiamo osservare dentro e fuori dai nostri siti web. Usando un approccio logico e razionale, altrimenti non vale!



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