Come diventare social media manager e coordinare un team

Aggiornato il: 13 Dicembre 2023

Pubblicato il: 29 Aprile 2020

Come diventare social media manager e gestire i social network aziendali

L’abbiamo vista più volte accadere: è la nascita spontanea del social media manager.
 È successo – e succede ancora – soprattutto nelle aziende di piccole e medie dimensioni. Un dipendente o un collaboratore si infatua di Facebook o Instagram, e si offre di imparare come diventare un social media manager, per gestire i social network aziendali.
Inizia allora a leggere articoli, studiare guide, confrontare profili. Stressa i colleghi perché producano dei contenuti, scrive i testi, cerca gli hashtag, pubblica i post, risponde ai commenti.
Si fa la sua esperienza. E non ci sarebbe nulla di male, se non che ad un certo punto il nostro social media manager fai da te… scoppia. Perché il reparto produzione non gli dà mai delle foto decenti per i post, perché una mattina arriva in azienda e c’è una crisi social, perché il titolare gli ha chiesto di seguire anche il Linkedin aziendale, visto che già fai Facebook… 
Quel che vi vogliamo dire è che se volete gestire i social network aziendali in modo professionale, non potete fare tutto da soli.

In quanti si lavora ad un progetto social?

Quando diciamo “gestire i social in modo professionale” non ci riferiamo solamente alla resa “estetica” di post e inserzioni, ma anche e soprattutto al raggiungimento degli obiettivi strategici che vi siete posti.
Non vi siete posti nessun obiettivo strategico?
Fatelo subito, perché quello, per esempio, è uno dei punti chiave del lavoro di un social media manager!
Ecco dove vogliamo arrivare: nella gestione di social per aziende dovrebbero essere coinvolte numerose figure specializzate:
figure specializzate nei social
Poi, ovviamente, ci siete voi: il social media manager. Colui che definisce gli obiettivi strategici, studia trend e hashtag, ufficializza il piano editoriale, compila il calendario social, assegna i compiti alle diverse risorse, le coordina, bada alle scadenze, gestisce la pubblicazione dei post, risponde ai commenti, si becca le crisi e, con i dati che  gli vengono consegnati dall’analista, verifica quanto ci si sta avvicinando agli obiettivi strategici, e come ottimizzare la strategia.

Servono davvero tutte queste figure?

La lista di cui sopra è un fermo immagine del mondo ideale dei social media manager.
Nella realtà spesso questa ricchezza di risorse semplicemente non è disponibile: perché tutti sono presi dai loro progetti, perché ci sono le scadenze “più importanti”, perché per i servizi fotografici vi siete sempre rivolti a uno studio esterno, perché gli Analytics li guardano i programmatori.
Certo, è sempre possibile ricorrere all’outsourcing – distribuire parti del lavoro a figure esterne – ma noi vorremmo spiegarvi com’è possibile organizzare dei team di lavoro social “in casa”. Soluzione che permette di ridurre i costi, accorciare e semplificare le comunicazioni, e, infine, di avere il massimo controllo sul prodotto finito (nonché la possibilità di fare modifiche veloci in corso d’opera).

Possiamo far scrivere i testi al nostro sviluppatore?

In fondo, ci dite, si scrive da solo quelli dei siti web che fa per arrotondare.
Accettate un consiglio: no.

Non tutte le competenze sono sovrapponibili, né le figure sono sempre interscambiabili.

Se un grafico può improvvisarsi videomaker (utilizzando una delle diverse app che semplificano la realizzazione di minivideo e animazioni) e magari anche fotografo, è difficile che lo stesso possa diventare copywriter dall’oggi al domani.
O che sia l’analista a prendere in mano Photoshop.
Tenetelo presente, quando vi apprestate ad assumervi l’onere di gestire i social aziendali e arriva il momento di richiedere il prezioso tempo dei vostri colleghi.

Organizzare il team social: lavoro e comunicazioni

Alla base dell’organizzazione del lavoro del social media manager e del suo team c’è il piano editoriale social. La redazione del piano editoriale è, tra le altre cose, un’occasione di contatto tra collaboratori, perché nasce da uno o più brainstorming.
Una volta decisi i macro-contenitori da pubblicare (chiamiamole pure “rubriche”), è necessario assegnare i diversi compiti a ciascun collaboratore, con una chiara indicazione delle scadenze da rispettare.
A questo punto sono molto utili tre strumenti.

Una cartella condivisa su Drive

Organizzata in sottocartelle e tenuta sempre in ordine, semplifica l’archiviazione e la ricerca di materiali. Conterrà tutto quello che riguarda il progetto, dal brainstorming iniziale alle bozze in lavorazione, fino ai post pubblicati. 
cartella condivisa

Il calendario editoriale

È l’incarnazione del piano editoriale social in un foglio di calcolo. Permette di aver sempre sotto controllo l’assegnazione dei compiti, le scadenze, il flusso di lavoro e i materiali da produrre. 
piano editoriale

Un software per la gestione dei flussi di lavoro

Ne esistono diversi, e ogni azienda sceglie il suo preferito.
 
logo trello logo Asana logo slack
 
BFENTERPRISE adora Asana, l’app lanciata nel 2008 dal co-fondatore di Facebook e da un ex ingegnere di Google e Facebook. Asana permette di gestire in modo veloce le comunicazioni tra membri di un team, di organizzando e tenendo traccia di tutti i flussi di lavoro. L’app è integrabile a diversi software, tra i quali Google Drive, Dropbox e… Slack, l’app di instant messaging che gli sviluppatori sembrano prediligere.
La possibilità di far comunicare in modo efficace i vostri collaboratori dev’essere un compito chiave del vostro lavoro di social media manager.
Anche qui, come in molti risvolti delle attività digitali, servono due abilità diverse:

  • Quella tecnica: per questo ci sono le piattaforme come Asana
  • Quella diplomatica: perché… beh, se già avete avuto esperienza dell’interazione tra la parte creativa e quella tecnica di un team, sapete a cosa ci riferiamo
    Creativo vs Tecnico

Un quarto strumento

Una volta rodato il team sul campo, potreste pensare di utilizzare una delle numerose app progettate per pianificare la pubblicazione dei post sui profili social, come Later per Instagram. Questi strumenti permettono di condividere l’accesso all’account, e danno la possibilità di delegare anche la pubblicazione.

A ciascuno la sua formazione

Vien da sé che per lavorare ad un progetto social in modo efficace e redditizio, riducendo al minimo le incomprensioni, gli equivoci e – in definitiva – le perdite di tempo, è necessario che tutti i collaboratori “sappiano il fatto loro”, cioè che abbiano tutte le abilità che competono alla loro professione.
Potreste far seguire ai collaboratori un corso per social media manager, per fare in modo che, quando si confrontano su post, hashtag ed engagement, riescano a parlare la stessa lingua.

Il corso social BFENTERPRISE

Come si fa a diventare social media manager?
Ci sono due strade diverse. Quella del fai da te è ancora oggi la più seguita. Il problema? Richiede di fare molti errori prima di imparare. 
Le cose cambiano quando con i social volete raggiungere, o far raggiungere alla vostra azienda, obiettivi concreti senza spreco di tempo e denaro.
Il modo migliore per imparare a farlo è seguire un percorso ragionato e articolato, che tratti non solo le fondamenta della buona gestione dei social, ma anche come funziona il lavoro quotidiano del Social Media Manager, e come si gestisce un team di lavoro articolato: questo è ciò che insegniamo ai nostri corsi social individuali.



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